Penetro la tua essenza
come lama calda nel burro
e percepisco
della tua anima gaudente
la sua liquidità
come la vita precaria
che cerchi di dimenticare.
Sotto i miei colpi violenti
si sgretola il tuo muro di parole
inutili contro le mie dolci invettive,
che in profondità
toccano punti nascosti
della tua intima fragilità,
facendoti piangere.
Mia Donna, creatura
alata, denomiaca e perversa,
che popoli i miei umidi sogni notturni,
reagisci ai timori quotidiani
e rinasci inarcandoti verso l'alto
come fiore di asphodelus,
che bianco svetta dalle sue spine,
protezione sicura
alla distruzione del bestiame.
Vivi ora e grida
di questa morte apparente,
che ti sto procurando,
e inerme
come pashmina cullata
sotto un caldo vento arabo
lasciati andare
a questa vacuità colma
di fantasmi lontani.
Vivi e sentiti Donna,
mentre,
come il mare ondoso
risacca calmo sul bagnasciuga,
bacio
le tue piccole labbra
stretto tra le tue coscie.
Vivi e muori,
ogni giorno...
fino all'ultimo.