sabato 20 novembre 2010

Asphodelus

Penetro la tua essenza

come lama calda nel burro

e percepisco

della tua anima gaudente

la sua liquidità

come la vita precaria

che cerchi di dimenticare.

Sotto i miei colpi violenti

si sgretola il tuo muro di parole

inutili contro le mie dolci invettive,

che in profondità

toccano punti nascosti

della tua intima fragilità,

facendoti piangere.

Mia Donna, creatura

alata, denomiaca e perversa,

che popoli i miei umidi sogni notturni,

reagisci ai timori quotidiani

e rinasci inarcandoti verso l'alto

come fiore di asphodelus,

che bianco svetta dalle sue spine,

protezione sicura

alla distruzione del bestiame.

Vivi ora e grida

di questa morte apparente,

che ti sto procurando,

e inerme

come pashmina cullata

sotto un caldo vento arabo

lasciati andare

a questa vacuità colma

di fantasmi lontani.

Vivi e sentiti Donna,

mentre,

come il mare ondoso

risacca calmo sul bagnasciuga,

bacio

le tue piccole labbra

stretto tra le tue coscie.

Vivi e muori,

ogni giorno...

fino all'ultimo.

venerdì 15 ottobre 2010

Rispetto assoluto

Oggi ragionavo con un mio collega sul concetto di rispetto. Si conveniva sul fatto che fosse corretto cercare di passare il concetto di rispetto sin da piccoli ai nostri figli. Sarebbe un dovere della Scuola con la 's' maiuscola quello di trasmettere il precetto morale del 'rispetto altrui'. Ragionando sulla difficoltà di capire cosa sia rispettabile e rispettoso per me e cosa per un altro individuo mi ha portato a ragionare sul concetto di "rispetto assoluto". E' possibile trovare qualcosa che sia degno di rispetto universalmente? Sicuramente l'essere umano in quanto tale deve essere oggetto di rispetto... da qui associazioni come l'Amnesty International o documenti come la Carta Internazionale dei Diritti Umani. Ma cosa dire su chi ha il compito di definire ciò che è oggetto di rispetto o no... quando ad esempio ci sono differenze di culture che entrano in gioco? Il rispetto è necessariamente legato alla cultura ed alla territorialità? E' giusto affermare che nel mio spazio se è definito il rispetto per un certo "valore", tu che vieni da un altro spazio e per diversi motivi non rispetti quello stesso valore o decidi di non entrare nel mio spazio o decidi di rispettare quel valore? In questo non c'è una fondamentale mancanza di rispetto mio nei tuoi confronti imponendoti una mia regola? E chi poi decide che io possa imporre quella regola? Non so... mi sto arrovellando inutilmente su di un ragionamento portato avanti da secoli da pensatori più degli di rispetto di me. Boh...

giovedì 14 ottobre 2010

Chi fa piano... è sano e va lontano.


Voglio fare piano Jazz. L'ho sempre desiderato. Da quando ero ragazzo. Feci tre anni di pianoforte quando avevo 13 anni. Poi ho sempre messo accordi su di una tastiera fino ai 20 anni senza andare oltre un semplice dilettantismo. 
Ma da quando ascolto Jazz il mio sogno è fare musica di quel tipo. Ora, a quasi 36 anni, sono arrivato alla conclusione o forse al principio che se si desidera qualcosa... bisogna farla... per poter vivere. Le passioni sono fondamentali, portano all'arricchimento attraverso la sofferenza. la sensazione che soggiace al sentimento passionale è il pensare di non conoscere mai abbastanza l'oggetto dei propri desideri. Io non ho mai conosciuto abbastanza il piano... tantomeno il piano Jazz. Eppur tanto l'ho amato, come si ama una vicina che ogni giorno si vede passare, con i capelli che si poggiano sul seno procace, con la camminata leggera e decisa mentre si allontana da noi, con quel sedere che sobbalza ad ogni passo. Ma non si trova mai la forza di fermarla perchè non ci si considera mai al massimo della forma e della sostanza per avere successo nell'incontro. Non si sarà mai al massimo perchè in realtà si è già al meglio ed il meglio che abbiamo e siamo va fin troppo bene. Quindi farò piano Jazz... e fermerò quella ragazza... e farò musica... la mia musica... e toccherò quel sedere... quel suo sedere. 
Perchè la passione va inseguita e nutrita... la passione è il motore del sogno e nel sogno le passioni si alimentano senza freni. Vivete di passioni.

"Esiste solo una passione, la passione per la felicità." (Denis Diderot)

Il sogno nell'arte... a Perugia!

Come molti sanno sto organizzando una tre giorni a Perugia per un evento a mio parere davvero interessante.
La 'Mostra Teatro del Sogno' .

E' una mostra incentrata sul concetto della visione onirica nel mondo dell'arte in senso lato. A partire soprattutto dai quadri degli esponenti principali del Surrealismo, Marc Chagall innanzitutto e poi Salvador Dalì, Giorgio de Chirico, Paul Delvaux, Max Ernst, Renè Magritte, André Masson, Joan Mirò, Man Ray, Alberto Savinio, Yves Tanguy, Fernando Botero, passando poi per molti artisti intaliani da inizio secolo ad oggi.
Si passa poi alla ricerca delle visualizzazione del visionario onirico nel mondo della celluloide.
Una parte fondamentale dell’esposizione sarà infatti dedicata al cinema: il surrealismo di Luis Bunuel, l’assurdo di Samuel Beckett, “Sleep “di Andy Warhol e la sua controparte odierna di Sam Taylor Wood, “Spellbound” (Io ti salverò) del 1954 di Alfred Hitchcock – la cui sequenza del sogno è stata realizzata da Salvador Dalì - con un importante omaggio a Federico Fellini, di cui, oltre ai film “I clown” e “La città delle donne”, verranno proposti manifesti e disegni originali del suo famoso “Libro dei sogni”.

Infine fotografia, musica ed eventi.

Il tutto nella cornice stupenda di Perugia... città che io adoro... vitale e sempre in movimento... per la musica (Umbria Jazz) e per la cultura (Centro unviersitario dei più attivi di Europa).

mercoledì 13 ottobre 2010


Inizia il mio sogno... la ricerca della tigre. La voglia di comunicare idee che nascono a partire dai miei viaggi tra le braccia di Morfeo e che si fondono con la mia vita da sveglio. Onde theta che divengono parole messe sul blog con lo scopo di risuonare come ruggiti lontanti spersi nella giungla della quotidianità per dire che qualcosa, che vibra e pulsa e si aggira famelica, c'è. Si può decidere di  non leggere, non dare importanza, non provare curiosità, ma l'animale erra comunque finchè non catturato. E ogni tanto non stupitevi di trovare qualche carcassa... o qualche impronta... o qualche graffio... è solo l'esuberanza felina di chi scive con passione. Spero di riuscire a dirvi qualcosa di nuovo e originale, o semplicemente incuriosirvi. Farvi sentire la tigre... e sperare che anche voi iniziate a darle la caccia.

L’altra tigre

Penso a una tigre. La penombra esalta
la vasta biblioteca laboriosa
e sembra allontanare gli scaffali;
forte, innocente, insanguinata e nuova,
lei vagherà per la sua selva e il suo mattino
e traccerà le sue orme sul fangoso
margine di un fiume di cui ignora il nome.
(nel suo mondo non ci sono nomi né passato
né futuro, solo un istante vero.)
E percorrerà le barbare distanze
e annuserà nell'intrecciato labirinto
degli odori dell'odore dell'alba
e l'odore dilettevole del cervo;
fra le strisce del bambù decifro
le sue strisce e presento l'ossatura
sotto la pelle splendida che vibra.
Invano si interpongono i convessi
mari e i deserti del pianeta:
da questa casa di un remoto porto
dell'America del Sud, ti seguo e ti sogno,
oh tigre delle rive del Gange.
Si propaga la sera nella mia anima e rifletto
che la tigre vocativa dei miei versi
è una tigre di simboli e ombre,
una serie di figure letterarie
e di memoria dell'enciclopedia
e non è la tigre fatale,il funesto gioiello
che, sotto il sole o la diversa luna,
sta compiendo a Sumatra o nel Bengala
la sua routine di amore, di ozio,e di morte.
Alla tigre dei simboli ho opposto
quella vera, quella del sangue caldo,
quella che decima la tribù dei bufali
e oggi, 3 agosto del 59,
allunga sul prato una lenta
ombra, però già il fatto di nominarla
e di congetturare le sue circostanze
la rende funzione dell'arte e non creatura
vivente di quelle che vanno per la terra.
Una terza tigre cercheremo. Questa
sarà come le altre una forma
del mio sogno, un sistema di parole
umane e non la tigre vertebrata
che, al di là delle mitologie,
calpesta la terra. Lo so bene, ma qualcosa
mi impone quest'avventura indefinita,
insensata e antica, e persevero
nel cercare lungo il tempo della sera
l'altra tigre, quella che non è nei versi.

Jorge Luis Borges